I Test Genetici con la Tecnologia più Avanzata al Mondo
I test genetici offerti da myGenetiX sono finalizzati esclusivamente a fornire informazioni di carattere personale e orientativo. I risultati non hanno valore clinico o diagnostico e non possono essere utilizzati per definire diagnosi, prescrivere terapie o sostituire il parere di un medico o di altri professionisti della salute qualificati.
Tutte le analisi sono effettuate in strutture di riferimento a livello internazionale, utilizzando le tecnologie più avanzate attualmente disponibili nel campo della genetica. I dati forniti hanno lo scopo di arricchire la consapevolezza individuale e possono rappresentare uno strumento utile per riflettere sul proprio stile di vita in un’ottica di prevenzione primaria, benessere, longevità e miglioramento personale.
Per ogni decisione relativa alla salute o all’alimentazione, è raccomandato rivolgersi sempre a un professionista sanitario.
Iloperidone (Dosaggio)
Iloperidone (Reazioni avverse) Risultati – Farmacogenetica Iloperidone è un antipsicotico di seconda generazione approvato per il trattamento della schizofrenia, patologia cronica e complessa del sistema nervoso centrale che comporta sintomi psicotici, cognitivi e affettivi. Il suo meccanismo d’azione si basa principalmente sull’antagonismo dei recettori dopaminergici D2 e serotoninergici 5-HT2A, ma coinvolge anche i recettori α-adrenergici e altri sottotipi recettoriali, contribuendo sia all’efficacia che al profilo di effetti collaterali del farmaco. Iloperidone è stato progettato per ridurre il rischio di effetti extrapiramidali, come rigidità muscolare e tremori, frequenti con gli antipsicotici di prima generazione. Tuttavia, il suo utilizzo è associato a un aumento del rischio di prolungamento dell’intervallo QT nell’elettrocardiogramma, una condizione che, se trascurata, può predisporre a gravi aritmie ventricolari come la torsione di punta. Inoltre, tra gli effetti indesiderati più comuni si segnalano vertigini, sedazione, aumento di peso, ipotensione ortostatica e, in alcuni casi, tachicardia. Uno degli aspetti cruciali nella gestione del trattamento con iloperidone è la variabilità interindividuale nel metabolismo, fortemente influenzata dalla genetica. Il gene CYP2D6, che codifica per un enzima epatico della famiglia dei citocromi P450, è responsabile della metabolizzazione dell’iloperidone. Le varianti genetiche di questo gene determinano il fenotipo metabolico del paziente, che può essere classificato come normale, intermedio, lento o ultrarapido. Nei metabolizzatori lenti, la funzionalità ridotta dell’enzima CYP2D6 comporta una diminuzione della velocità con cui il farmaco viene eliminato dal corpo. Questo porta a un accumulo più marcato nel plasma, con un conseguente aumento della concentrazione sistemica dell’iloperidone, che può intensificare gli effetti sedativi e cardiovascolari, in particolare il rischio di prolungamento del QT. Nei metabolizzatori ultrarapidi, invece, il farmaco può essere eliminato troppo rapidamente, compromettendo la stabilità dell’effetto terapeutico e aumentando il rischio di ricadute o mancata risposta clinica. L’identificazione del genotipo CYP2D6 prima dell’inizio della terapia può fornire indicazioni preziose per la scelta del dosaggio iniziale, la velocità di titolazione o, in alcuni casi, per valutare l’opportunità di ricorrere a un antipsicotico alternativo. Questo è particolarmente rilevante nei pazienti con fattori di rischio preesistenti per alterazioni del ritmo cardiaco o in terapia concomitante con altri farmaci che influenzano il tratto QT, come alcuni antidepressivi, antiaritmici o antibiotici macrolidi. Oltre al gene CYP2D6, è in studio il ruolo di altri geni che potrebbero contribuire alla sensibilità individuale agli effetti collaterali degli antipsicotici, inclusi quelli legati alla neurotrasmissione dopaminergica e serotoninergica. Tuttavia, al momento, il CYP2D6 rimane il principale gene di riferimento per l’iloperidone. L’integrazione della farmacogenetica nella pratica clinica rappresenta quindi uno strumento utile per ridurre eventi avversi prevedibili, migliorare l’aderenza al trattamento e ottimizzare i risultati clinici nella gestione a lungo termine della schizofrenia. Un approccio personalizzato, basato sul profilo genetico del paziente, è particolarmente importante in ambito psichiatrico, dove gli effetti collaterali possono compromettere profondamente la qualità della vita e la continuità terapeutica.